TEAM è un progetto di ricerca e sperimentazione nato dalla collaborazione di Wsense e Sapienza Università di Roma per rispondere alla raccomandazione della UNESCO Convention on the Protection of the Underwater Cultural Heritage sulla valorizzazione in situ del patrimonio dei siti archeologici sottomarini. Un ambito quasi del tutto da esplorare.
Chi siamo
Il Mediterraneo ospita diverse migliaia di siti archeologici sommersi, dei quali un migliaio circa sono sommersi dalle acque che bagnano l’Italia e oltre trecento da quelle che lambiscono le coste del Lazio. Il progetto TEAM si propone di offrire un contributo importante alla loro tutela e valorizzazione in situ e da remoto.
Cosa facciamo
Partendo dai risultati di precedenti ricerche che hanno messo in luce la ricchezza e la numerosità di siti archeologici sottomarini nel Mediterraneo, e in Italia in particolare, il progetto TEAM persegue l’obiettivo di sviluppare e testare, nel contesto dell’esplorazione dei siti archeologici sommersi, un sistema di tecnologie innovative di monitoraggio finalizzate a:
Supporto
Digitalizzazione
Sicurezza
Fruizione aumentata
Mantenimento
Come lo facciamo
TEAM intende realizzare innovativi nodi sensori sottomarini, integrati con videocamere e sonde multiparametriche, connessi in rete tra loro e con veicoli autonomi sottomarini in grado di esplorare il sito e raccogliere dati e informazioni volti a creare contenuti per la valorizzazione del sito stesso.
La rete utilizzata è completamente wireless e utilizza l’innovativa infrastruttura tecnologica sviluppata da WSense, azienda italiana pioniera del settore della Internet Of Underwater Things. La rete di sensori sottomarini che compongono questo sistema di comunicazione consente di effettuare un’attività affidabile di monitoraggio e sorveglianza del sito, oltre alla localizzazione e interconnessione dei diver, che sono a loro volta connessi con la superficie, in modo da poter muoversi in sicurezza sul sito e poter godere di una esperienza di visita arricchita.
Il progetto, partito a ottobre 2019, coinvolge siti archeologici di interesse della Regione Lazio, in primis quelli situati nell’arcipelago delle isole Pontine. La sperimentazione si concluderà a maggio 2021.